Ossessioni e manie: capire le diverse tipologie di ossessioni nel disturbo ossessivo-compulsivo (doc)
Questo articolo esplora il concetto di ossessioni e manie nel contesto del disturbo ossessivo-compulsivo (doc), evidenziando le differenze tra i due termini e spiegando perché il termine “manie” è inappropriato per descrivere i sintomi del doc.
Vengono analizzate le caratteristiche delle ossessioni (le “manie” cosiddette), che si presentano come pensieri intrusivi e indesiderati, e le loro principali tipologie, come le ossessioni di contaminazione, danno, simmetria, natura sessuale e perfezionismo.
Si approfondiscono poi le tecniche di intervento cognitivo-comportamentale, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale (cbt), l’esposizione con prevenzione della risposta (erp), la ristrutturazione cognitiva e la mindfulness, finalizzate a ridurre il disagio causato dalle ossessioni e migliorare la qualità di vita. Il testo fornisce anche indicazioni sull’uso complementare di tecniche di gestione dell’ansia e farmaci nei casi più intensi e cronicizzati del problema.
Introduzione
Generalmente i termini ossessioni e manie vengono considerati nel senso comune come riferimenti allo stesso concetto.
Ma ti sei mai chiesto se invece può esserci una differenza tra ossessioni e manie?
Nel mondo della psicologia, e in particolare nel contesto del disturbo ossessivo-compulsivo (doc), sovrapporre i significati di manie e ossessioni può portare a incomprensioni significative in quanto il termine manie non risulta appropriato quando si parla di doc e può renderne più difficile la discriminazione e valutazione dettagliata.
In questo articolo esploreremo il concetto di ossessione (le “manie” cosiddette) e pensieri intrusivi, descrivendo le principali tipologie di ossessioni, spiegando perché il termine “manie” è inappropriato e illustrando le tecniche di intervento cognitivo per la gestione delle ossessioni.
Cosa sono le ossessioni (“manie”) nel disturbo ossessivo-compulsivo?
Nel doc le ossessioni e manie sono generalmente pensieri, immagini o impulsi persistenti e indesiderati che causano disagio e ansia.
Questi pensieri sono percepiti come intrusivi e spesso inappropriati e possono portare a provare ansia o disagio nella persona. Questo genera un forte bisogno di controllo o neutralizzazione di tale disagio, messo in atto attraverso comportamenti ripetitivi (compulsioni).
Una caratteristica peculiare delle ossessioni nel doc è l’involontarietà: chi ne soffre infatti non vorrebbe avere questi pensieri che però si presentano comunque e può sperimentare un profondo senso di vergogna o colpa.
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Pensieri intrusivi: il nucleo delle ossessioni
I pensieri intrusivi rappresentano il cuore delle ossessioni tipiche del disturbo ossessivo-compulsivo (doc). Si manifestano come idee, immagini mentali o impulsi indesiderati che emergono involontariamente, spesso provocando disagio o ansia intensa nella persona che li sperimenta.
Questi pensieri non rispondono alla volontà della persona e appaiono come se fossero “inseriti” nella mente, senza controllo.
Anche se tutti possono avere occasionalmente pensieri intrusivi, nelle persone con doc questi pensieri sono particolarmente intensi, persistenti e difficili da ignorare o sopprimere, creando una vera e propria trappola mentale che genera forte e marcato disagio emotivo.
Nel contesto del doc, è cruciale comprendere il legame tra ossessioni (“manie” cosiddette) e compulsioni.
Le ossessioni generano un livello di disagio talmente elevato da portare la persona a mettere in atto azioni o rituali mentali, noti come compulsioni, per alleviare l’ansia associata ai pensieri ossessivi. Le compulsioni possono includere sia comportamenti fisici, come il lavarsi ripetutamente le mani, che azioni mentali, come contare o ripetere parole specifiche.
Questi comportamenti vengono percepiti come l’unico modo per “neutralizzare” il disagio causato dalle ossessioni, sebbene il sollievo che offrono sia solo temporaneo e a lungo termine contribuisca a mantenere il ciclo del disturbo.
Tipologie di ossessioni nel disturbo ossessivo-compulsivo
Le ossessioni possono assumere diverse forme e variano notevolmente da persona a persona, riflettendo paure profonde e irrazionali che si radicano in specifiche preoccupazioni.
Comprendere queste diverse tipologie aiuta a riconoscere il doc e a identificare interventi terapeutici mirati.
- Ossessioni di contaminazione
le ossessioni di contaminazione rappresentano una delle categorie più comuni. La persona vive un’intensa paura di essere contaminata da germi, sostanze tossiche, sporcizia o altre sostanze potenzialmente pericolose. Questa paura è spesso accompagnata da comportamenti compulsivi, come lavaggi ripetuti delle mani o pulizie eccessive, al fine di “disinfettarsi” o “proteggersi” dalla percepita minaccia. La preoccupazione per la pulizia può spingersi fino a evitare determinati luoghi, oggetti o persone, isolando la persona dal contesto sociale e professionale. - Ossessioni di danno
chi soffre di ossessioni di danno è tormentato dalla paura di poter involontariamente arrecare danno a sé stesso o agli altri. Questi pensieri spesso implicano timori di incidenti o atti violenti, come fare del male a qualcuno in modo accidentale o perdere il controllo delle proprie azioni. Nonostante la persona non abbia alcun desiderio reale di compiere atti pericolosi, il solo fatto di avere tali pensieri provoca ansia, sensi di colpa e, a volte, evitamento di situazioni potenzialmente “rischiose”. - Ossessioni di simmetria e ordine
la necessità di simmetria e ordine caratterizza un’altra tipologia di ossessioni. Le persone con questa forma di doc sentono un’irresistibile spinta a organizzare oggetti secondo schemi precisi e ad allineare ogni cosa in modo simmetrico. Il disagio diventa intollerabile quando gli oggetti non sono disposti secondo una configurazione specifica. Questa ossessione si traduce spesso in rituali compulsivi che richiedono ore, rendendo difficile per la persona portare avanti le attività quotidiane e generando una rigidità che interferisce con la qualità di vita. - Ossessioni di natura sessuale
i pensieri ossessivi a contenuto sessuale sono tra i più disturbanti, poiché mettono in discussione valori e convinzioni personali della persona (o talvolta anche lo stesso orientamento sessuale come nelle ossessioni di omosessualità). Spesso si tratta di immagini o impulsi di natura sessuale che contraddicono le credenze etiche o morali dell’individuo, portando a un profondo senso di colpa, vergogna e auto-condanna. L’angoscia derivante da questi pensieri spinge la persona a cercare costantemente rassicurazioni o a evitare situazioni in cui tali pensieri potrebbero emergere. - Ossessioni di perfezionismo
le ossessioni di perfezionismo si basano sull’idea di dover fare tutto in modo assolutamente corretto, senza margine d’errore. Le persone con questa forma di ossessione temono costantemente di commettere sbagli o di non essere all’altezza delle aspettative, percependo il giudizio altrui come devastante. Questo bisogno di perfezione si traduce in comportamenti di controllo esasperato e in uno stato di tensione costante. Col tempo, l’ossessione per il controllo diventa una rigidità che limita l’individuo, impedendogli di essere flessibile nelle decisioni e nelle azioni.
Ossessioni e manie: perchè “manie” non è il termine corretto per definire i pensieri ossessivi nel doc
Spesso, il termine “manie” viene usato erroneamente per descrivere le ossessioni nel doc.
Tuttavia, nel campo della psicologia, il termine “manie” ha un significato completamente diverso.
Le manie, infatti, sono generalmente associate a disturbi dell’umore come il disturbo bipolare.
In questa condizione si alternano fasi di mania (uno stato di euforia, energia estrema e impulsività) a fasi depressive, caratterizzate da una rinuncia totale e generalizzata.
Nel contesto del doc, intercambiare i termini manie e ossessioni è fuorviante perché se la prima suggerisce dunque un comportamento volontario e un’esperienza emotiva intensa, le ossessioni nel doc sono pensieri angoscianti e indesiderati.
Questo chiarimento tra la differenza tra manie e ossessioni è dunque fondamentale per evitare fraintendimenti e promuovere una corretta comprensione del disturbo.
L’intervento cognitivo nelle ossessioni: strategie e approcci
Per affrontare in modo efficace le ossessioni nel disturbo ossessivo-compulsivo (doc), è essenziale adottare un approccio terapeutico mirato a ridurre il disagio causato dai pensieri intrusivi e migliorare la qualità della vita della persona. L’intervento cognitivo-comportamentale si è dimostrato uno degli approcci più validi per il trattamento delle ossessioni, fornendo strumenti pratici per gestire l’ansia e ristrutturare i pensieri distorti.
Di seguito, esploriamo le principali e più efficaci modalità di intervento per il trattamento di ossessioni e manie:
- Terapia cognitivo-comportamentale (cbt)
La terapia cognitivo-comportamentale (cbt) è uno dei trattamenti più studiati e raccomandati per il doc, poiché si focalizza sulla comprensione e modifica dei pensieri distorti e delle risposte emotive ad essi associate. Nel caso delle ossessioni, la cbt aiuta la persona a identificare i pensieri intrusivi, analizzarli e comprendere che spesso non hanno basi razionali. Attraverso esercizi specifici, il paziente impara a ridurre la reazione emotiva ai pensieri ossessivi, sviluppando una maggiore consapevolezza e controllo su di essi. La cbt permette così alla persona di distinguere tra realtà e pensiero ossessivo, riducendo progressivamente l’impatto dei pensieri intrusivi sulla sua quotidianità.
- Esposizione con prevenzione della risposta (erp)
L’esposizione con prevenzione della risposta (erp) è una tecnica terapeutica specifica per il doc, ampiamente utilizzata all’interno della cbt. Nell’erp, la persona viene esposta in modo graduale e controllato alle situazioni che attivano le sue ossessioni, senza permettere di ricorrere alle compulsioni per alleviare l’ansia. Questo approccio, inizialmente stressante, è fondamentale per interrompere il ciclo ossessione-compulsione. L’obiettivo è aiutare la persona a tollerare il disagio provocato dai pensieri ossessivi, senza attivare le risposte compulsive. Nel tempo, il paziente sviluppa una crescente tolleranza al disagio e una diminuzione dell’ansia associata alle ossessioni, riducendo il potere che questi pensieri esercitano.
Ad esempio, una persona con ossessioni di contaminazione può essere gradualmente esposta al contatto con oggetti considerati “sporchi” e, con il supporto del terapeuta, imparare a non mettere in atto compulsioni come il lavarsi le mani. Col tempo, questo riduce l’intensità delle ossessioni e insegna al paziente che il disagio può essere gestito anche senza ricorrere alle compulsioni.
- Ristrutturazione cognitiva
La ristrutturazione cognitiva è una componente cruciale della cbt e rappresenta una tecnica con cui il terapeuta aiuta il paziente a sfidare e modificare i pensieri distorti e le credenze disfunzionali. Per esempio, una persona con ossessioni di danno, che teme di poter causare inavvertitamente del male agli altri, viene aiutata a riconoscere che i suoi pensieri non rappresentano una reale intenzione o pericolo. Attraverso la ristrutturazione cognitiva, il paziente impara a esaminare la logica dietro i propri pensieri e a sostituire credenze irrazionali con valutazioni più realistiche. Questo riduce la rigidità cognitiva tipica delle ossessioni e aiuta la persona a costruire una percezione più equilibrata e meno ansiogena dei propri pensieri.
- Mindfulness e accettazione
La mindfulness è un approccio che insegna alle persone a osservare i propri pensieri senza reagire in modo automatico o giudicante. Per le persone con doc, la mindfulness aiuta a prendere le distanze dai pensieri intrusivi, riconoscendo che sono semplicemente “pensieri” e non necessariamente rappresentano la realtà o devono essere interpretati come significativi. Questo approccio permette di ridurre la lotta contro i pensieri, evitando di etichettarli come “buoni” o “cattivi”. La mindfulness favorisce l’accettazione dei pensieri intrusivi, riducendo l’impulso di eliminarli o neutralizzarli. Le pratiche di mindfulness includono esercizi di respirazione, consapevolezza del corpo e meditazione, e offrono alla persona una modalità di gestione dei pensieri ossessivi senza ricorrere a compulsioni.
- Tecniche di gestione dell’ansia
Poiché le ossessioni sono strettamente collegate a stati di ansia elevati, è spesso utile introdurre tecniche di gestione dell’ansia per supportare il trattamento del doc. Tra queste, esercizi di respirazione profonda, rilassamento muscolare progressivo e meditazione aiutano a ridurre i livelli di ansia generale, migliorando il benessere emotivo della persona. La respirazione profonda, ad esempio, permette di regolare il sistema nervoso, favorendo uno stato di calma che può diminuire l’intensità della reazione ai pensieri ossessivi. L’attività fisica regolare, come camminate o esercizi aerobici, ha effetti benefici sull’ansia e contribuisce a gestire i sintomi in modo naturale e complementare alle altre terapie.
Integrazione tra terapia cognitivo-comportamentale e supporto farmacologico
Nei casi in cui il disagio causato dalle ossessioni sia particolarmente intenso, la cbt può essere affiancata da un trattamento farmacologico. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (ssri), ad esempio, possono essere utilizzati per abbassare il livello di ansia e rendere più gestibili i pensieri intrusivi. Tuttavia, il farmaco non rappresenta una soluzione a lungo termine per il doc e dovrebbe essere considerato come un supporto temporaneo, volto a favorire l’efficacia delle tecniche cognitive e comportamentali. L’obiettivo principale rimane sempre quello di promuovere l’autonomia della persona, affinché possa imparare a gestire i propri sintomi senza dipendere esclusivamente dai farmaci.
Conclusioni sull’intervento cognitivo per ossessioni e manie
L’intervento cognitivo-comportamentale rappresenta una risorsa fondamentale per chi soffre di ossessioni e manie, contribuendo a migliorare la qualità della vita e a ridurre l’impatto dei pensieri intrusivi. Il percorso di trattamento, strutturato su tecniche come la cbt, l’erp e la mindfulness, permette alla persona di affrontare e tollerare il disagio senza ricorrere a compulsioni. Le tecniche di gestione dell’ansia e, quando necessario, il supporto farmacologico, completano un quadro terapeutico che mira al benessere duraturo, aiutando il paziente a riprendere il controllo sulla propria vita e a sviluppare una maggiore resilienza nei confronti dei pensieri ossessivi.
Manie e ossessioni: per concludere
Capire la differenza tra ossessioni e manie è fondamentale per riconoscere correttamente il disturbo ossessivo-compulsivo e sviluppare trattamenti adeguati.
In sintesi, le ossessioni nel doc sono pensieri intrusivi e angoscianti, mentre le manie sono comportamenti tipici di altri disturbi.
Con l’aiuto di interventi cognitivo-comportamentali e altre tecniche psicoterapeutiche di comprovata efficacia, le persone che soffrono di doc possono imparare a gestire le ossessioni e migliorare significativamente la propria qualità di vita.
Dott Lorenzo Ghion
Psicologo clinico
Referente disturbo ossessivo compulsivo Studio Sofisma
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